Lo scritto tratta del problema dell’ efficacia ex tunc delle dichiarazioni di incostituzionalità e del discusso potere della Corte costituzionale italiana di regolarla e limitarla anche in assenza di una attribuzione espressa nel diritto positivo. L’autrice ripercorre il dibattito sull’argomento e analizza la nuova “dottrina” della Corte sull’ ammissibilità costituzionale di un suo potere di limitare per il passato tale efficacia, fondandolo sulla necessità di un bilanciamento tra ripristino della legalità costituzionale e altri valori di pari grado che potrebbero altrimenti risultare indebitamente sacrificati. Esprime una valutazione positiva sia sulla conclusione della decisione sia sulla motivazione che la sostiene, ritenendo adeguate le garanzie di un uso ragionevole di tale potere nelle regole dello scrutinio di stretta proporzionalità richiesto da questa, come da ogni altra, operazione di bilanciamento.
The essay deals with the issue of the force ex tunc of the declarations of unconstitutionality and the discussed power of the Italian Constitutional Court to regulate and limit it even in the absence of an express attribution in positive law. The author recalls the debate on this topic and analyzes the new "doctrine" of the Court on the constitutional possibility of its power to limit such retrospective effects, founded on the need for a balance between restoration of constitutional legality and other values of equal degree that might otherwise be unduly sacrificed. The author expresses a positive opinion both on the conclusion of the decision and on its reasoning, and finds adequate guarantees of a reasonable use of that power in the test of strict proportionality requested by this, as by every other, balancing operation.