Un silenzio assordante circonda il disegno di legge costituzionale dall’oscuro titolo Testo unificato proposto dal relatore per i disegni di legge costituzionale n. 24, 216, 894, 1086, 1114, 1218, 1548, 1589, 1590, 1761, 2784, 2875, 2941, 3183, 3204, 3252, presentato il 18 aprile 2012 in Commissione Affari Costituzionali del Senato, nella vulgata politica chiamato, con un nome che invero non elimina l’aura di segretezza, “abc costituzionale”, ed ora ridenominato, per il passaggio in aula, come Ddl n. 24 e connessi e rubricato come “Riforma del Parlamento e forma di Governo” . Sta nascendo un nuovo genus: le riforme costituzionali “in sordina”, approvate fra le porte chiuse delle aule parlamentari, senza, o con pochissima, risonanza sui media e senza un vero dibattito politico. Il primo caso è la legge costituzionale n. 1 del 20 aprile 2012, Introduzione del principio del pareggio di bilancio nella Carta costituzionale, che vede preclusa anche la possibilità di ricorrere al referendum costituzionale , stante l’approvazione a maggioranza dei due terzi; il secondo caso si appresta ad essere la riforma in oggetto. Si tratta in ambedue le ipotesi di revisioni che incidono profondamente sul contenuto della Costituzione. L’introduzione del principio di pareggio di bilancio rappresenta una inversione di paradigma nel rapporto politica-diritto ed economia e pone le basi per uno stravolgimento del carattere sociale della democrazia. Vengono minate la priorità costituzionalmente sancita della garanzia dei diritti sociali e la centralità della persona; si avvia la subordinazione della sovranità popolare alla sovranità dei mercati; si abbandona l’idea del costituzionalismo come limitazione anche del potere economico.
Quanto al progetto di riforma “abc”, esso, con una maggior delicatezza rispetto alla proposta di revisione costituzionale del 2006, respinta dal referendum , tratteggia le linee di quello che Elia definì un premierato assoluto . Filo conduttore delle modifiche che riguardano gli artt. 56, 57, 58, 70, 72, 73, 74, 92, 94, 126, della Costituzione è infatti il rafforzamento del Governo, senza nessuna attenzione per l’equilibrio dei poteri così violato o per la necessità di restaurare garanzie costituzionali fortemente intaccate da un sistema maggioritario .