SOMMARIO: 1. – Introduzione: la «prima» dell’AGCM a Strasburgo. – 2. – Il problema dell’intensità del sindacato sugli atti delle Autorità amministrative indipendenti. – 3. – Il controllo «debole» come criterio generale e quello «forte» per le sanzioni. – 4. – Il sistema di controllo della giurisprudenza amministrativa al vaglio della Corte di Strasburgo: il carattere «penale» delle sanzioni dell’AGCM. – 5. – La natura amministrativa dell’AGCM e la necessità di un controllo pieno sulle sue sanzioni. – 6. – Il controllo in concreto esercitato dai giudici amministrativi. – 7. – I riflessi per l’Unione europea e il problema degli altri provvedimenti.
1. – Introduzione: la «prima» dell’AGCM a Strasburgo.
Con la sentenza Menarini, la Corte europea per i diritti dell’uomo, per la prima volta, si è occupata di un’«autorité indépendante» italiana e, in particolare, dell’intensità che deve avere il controllo del giudice sulle sanzioni che questa ha il potere d’infliggere.
Il ricorso era stato presentato da un’impresa distributrice di prodotti farmaceutici, sanzionata dall’Autorità garante della concorrenza e del mercato (AGCM) per aver partecipato a un’intesa finalizzata alla fissazione dei prezzi e alla ripartizione del mercato.
L’impugnazione proposta contro questa sanzione era stata rigettata tanto dal TAR del Lazio, quanto dal Consiglio di Stato. Infine, la Corte di cassazione aveva dichiarato irricevibile il ricorso proposto per un presunto vizio di giurisdizione.
Innanzi alla Corte di Strasburgo, la Menarini Diagnostics S.r.l. sanzionata contestava la scarsa intensità del sindacato esercitato dai giudici amministrativi sul provvedimento dell’AGCM, che non sarebbe stato un controllo di «piena giurisdizione», e riteneva che questo comportasse una violazione dell’art. 6, par. 1, CEDU, secondo cui ogni persona ha diritto a che la sua causa sia esaminata da un tribunale «chiamato a pronunciarsi [...] sulla fondatezza di ogni accusa penale formulata nei suoi confronti».