1. Il 2010 si è chiuso con un numero di atti di promovimento di questioni di legittimità costituzionale in via principale pari a 123. Si tratta del numero massimo mai registrato per tale tipo di ricorsi, ma a ben guardare superiore soltanto di qualche unità al numero medio registrato annualmente dal 2003, anno dell’impennata del contenzioso seguita alla riforma del Titolo V, Seconda parte, della Costituzione. Oltre 120 ricorsi, ancora nel 2010, dimostrano che otto anni di giurisprudenza costituzionale in tema di riparto delle competenze legislative non hanno determinato, e continuano a non determinare, alcuna diminuzione della conflittualità Stato-Regioni.
Ovviamente, ciò non significa che la Corte costituzionale non dipani le questioni sorte e ad essa sottoposte. Significa, invece, che le questioni si rinnovano continuamente, che esistono fattori in grado di mantenerne elevato il numero e che tali fattori sono ormai da ascriversi a cause diverse dalle incongruenze del nuovo testo del Titolo V, in buona parte ricomposte dalla stessa giurisprudenza costituzionale.