Il presente articolo ha l’obiettivo di dimostrare che nell’ordinamento italiano le revi-sioni della Costituzione dal contenuto organico o eterogeneo sono pienamente ammis-sibili.
Il lavoro parte dall’analisi della teoria della naturale rigidità delle Costituzioni scritte, elaborata da Pace, secondo cui la revisione «totale» di una Carta costituzionale è am-missibile solamente qualora questa la preveda espressamente. In caso contrario, sono consentite solo revisioni «parziali» e, quindi, «puntuali». In realtà, la tesi non si può ac-cogliere perché i concetti di revisione «totale» ed «organica» non sono coincidenti: adottando un criterio materiale, una revisione si definisce «totale» quando viene a mutare un istituto fondamentale dell’ordinamento. Una tale modifica, però, può esse-re anche «puntuale» e non necessariamente «organica».
L’articolo prosegue con la confutazione della tesi secondo cui una revisione costituzio-nale non può essere eterogenea, perché l’eventuale quesito referendario andrebbe a ledere la giurisprudenza della Corte costituzionale in materia di omogeneità del quesi-to. In realtà, anche questa tesi non è corretta, in quanto la giurisprudenza in questione ha senso unicamente nel caso del referendum abrogativo e non può essere estesa al referendum costituzionale, istituto completamente diverso.
Infine, l’articolo si sofferma sulla tesi del frazionamento del quesito, suggerita da alcuni giuristi in occasione del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Il fraziona-mento non è in alcun modo ammissibile, sia perché tale possibilità non è prevista dalla legge, sia perché la votazione popolare deve avvenire sullo stesso testo approvato dal-le due Camere in seconda lettura, in quanto rappresenta un elemento costitutivo della legge di revisione.
This paper seeks to demonstrate that in Italy the revisions of the Constitution with or-ganic or heterogeneous content are fully legitimate.
The work begins with an analysis of the theory of the natural rigidity of the codified Constitutions, developed by Pace, who believes that total revision of the Constitution is permissible only if it is provided expressly. Otherwise, only partial revisions are per-mitted. However, “total revision” and “organic revision” are not synonymous: adopting a material criterion, a revision is defined as “total” when it comes to amend a funda-mental principle. This amendment, however, can also be “restricted” and should not necessarily be “organic”.
The paper continues with a refutation of the theory that a revision of the Constitution cannot be heterogeneous, because the referendum question infringes the jurispru-dence of the Constitutional Court on the homogeneity of the question. In fact, this view is not correct, as this jurisprudence can be applied only to the abrogative refer-endum and cannot be extended to the constitutional referendum.
Finally, the paper analyses the theory of the division of the referendum question, sug-gested by some jurists on the occasion of the constitutional referendum on 4 Decem-ber 2016. The division is not acceptable, and because this possibility is not foreseen by the law, and because the popular vote must be taken on the same text approved by the Houses, since it represents a constituent of the constitutional Act.