L’A. sostiene, in primo luogo, che, pur essendo ormai cambiata la percezione della sicurezza pubblica, questa continua ad essere il contenuto di una funzione dello Stato e non si sarebbe trasformata in un diritto dei cittadini dalla equivoca struttura. In secondo luogo ribadisce la propria tesi secondo la quale da un lato sicurezza pubblica e ordine pubblico sono le due facce della stessa medaglia, dall’altro lato il concetto di ordine pubblico assume un diverso significato a seconda del contesto politico-istituzionale, trasformandosi dall’ “ordine materiale” degli ordinamenti democratico-liberali - il quale può essere leso solo da comportamenti violenti o da fatti naturali (terremoti, inondazioni ecc.) – all’“ordine ideale” degli ordinamenti totalitari nei quali l’ordine viene considerato leso anche da comportamenti pacifici come una pubblica manifestazione del pensiero. Infine l’a. descrive, sia pur rapidamente, i limiti imposti alla funzione di sicurezza dalla Costituzione sia in via generale sia con riferimento ai singoli diritti costituzionali.
The essay underlines that, even in the light of the current global challenges set out by terrorism and extremism, public safety is not a per se individual right but only the aim of a public function of the State. In this sense, the author holds that public order has a different meaning if taken into account in a democratic government or in a totalitarian one: in the first one, public order depicts a situation of “material” peace (the absence of disorder caused by human or natural events); in the latter, public order depicts the absence of “ideal” disorder caused even by pacific behaviours. He finally focuses on the extent of the limits to the public function of the State in this specific field both in general and in relation to the single constitutional rights.