Il saggio fornisce una rinnovata lettura del diritto di sciopero nei servizi pubblici essenziali e del ruolo svolto dalla Commissione di garanzia istituita dalla l. n. 146/1990. La terziarizzazione del conflitto collettivo (id est: il conflitto nella società dei servizi) ha portato ad una mutazione genetica dello sciopero, che ha ormai oltrepassato i suoi tradizionali confini dogmatici (lo sciopero come diritto soggettivo), sino a diventare un comportamento di fatto dotato, in ragione dei particolari settori in cui si svolge, di un particolare plusvalore di effettività (lo sciopero come potere sociale). La fisionomia dell'astensione collettiva nei servizi pubblici ha reso necessario un intervento eteronomo di regolazione: la l. n. 146/1990, attuativa dell'art. 40 Cost., individua un modello riflessivo e neo-istituzionale di regolazione, incentrato sull'istituzione della Commissione di garanzia. L'analisi delle sue prerogative conduce a una rivisitazione critica delle teorie che qualificano l'attività delle autorità indipendenti come attività oggettivamente neutrali: la Commissione sembra, piuttosto, svolgere una funzione di indirizzo politico-costituzionale (distinta, in quanto tale, dall'indirizzo politico di maggioranza), di mediazione attiva nella composizione del conflitto collettivo. In base a tale diversa qualificazione, il saggio propone una interpretazione estensiva dei compiti affidati a questa particolare autorità indipendente.
The essay puts forward a renewed reading of the right to strike within essential public services, focusing on the role of the strike regulatory authority, established by law n. 146/1990. The shift of the capital-labour conflict towards the third sector (i.e. conflict in the services society) has determined a genetic mutation of strike itself, overcoming its dogmatic boundaries (strike as a subjective right) to transform it into a “social power”, i.e. a de facto conduct, endowed with an enhanced effectiveness, due to the crucially relevant sectors it involves.
This renewed form of social conflict has thus required an external regulation: in doing so, law n. 146/1990 (enacting art. 40 of the Constitution), outlines a reflexive, neo-institutional model of regulation, centred on the role of the strike regulatory autohrity. The analysis of its institutional design and competences leads to a critical assessment of the theories which see authorities as neutral bodies: the Commission seems in fact to be rather performing a political-constitutional role (distinguished, as such, from the government policies), playing an active role in reaching a compromise within the management of social conflict. Starting from this assumption, the paper suggests an extensive interpretation of the Commission’s tasks.