Sul piano costituzionale la disciplina delle questioni di inizio vita si pone come una delicata questione di ragionevole bilanciamento tra diritti e interessi, che il Parlamento è chiamato ad assicurare. Quando questo non avviene, la Corte costituzionale è chiamata ad operare uno scrutinio sulla ragionevolezza delle scelte legislative.
La legge n. 40/2004 e la tutela dell’embrione in essa sancita costituiscono un osservatorio privilegiato di tali questioni, anche alla luce del diverso assetto realizzato dal legislatore nella legge n. 194 sull’interruzione volontaria di gravidanza.
La Corte costituzionale ha censurato più volte il legislatore del 2004 ed è giunta sostanzialmente a “riscrivere” la legge n. 40/2004, da ultimo con le sentenze n. 162/2014 e n. 96/2015 in tema di fecondazione eterologa e diagnosi genetica preimpianto, dove emerge pure il tema del rapporto con l’ordinamento CEDU.
In tale scenario, è importante ricostruire il corretto rapporto tra sindacato della ragionevolezza e ambito della discrezionalità legislativa, in particolare rispetto alla posizione dell’embrione, per sottolineare sia i pericoli rilevati di un “giudice legiferante” sia quelli di una “politica irragionevole”.
In a Constitutional law perspective, Bioethics and assisted reproduction technology Law are mainly a question of balancing fundamental rights protected by the Constitution. Parliament should find a right balance and so assure an equilibrate discipline.
When some policies seem to be unreasonable, the Constitutional Court should guarantee an important judicial scrutiny of the concrete reasonable exercise of the margin of political appreciation.
Italian law about embryos and assisted reproduction technology is very significant in that sense. The law n. 40/2004 includes contradictory rules with special reference within abortion law of 1978. The protection of the beginning human life as embryo should have reasonable balancing with fundamental rights.
The Italian Constitutional Court has played a crucial role in “rewriting” the matter, particularly after most recent judgments (n. 162/2014 e n. 96/2015) about heterologous insemination and genetic testing of embryos. From such matters also emerges the subject of the relationship between Italian constitutional judge and ECHR.
In this scenario, it could be very important to underline the borders and correct relationship between judicial control and political questions in front of Italian law on assisted reproduction technology, a law with some “extreme” political choices, which could not satisfy the balancing test for a reasonable and constitutionally equilibrate solution.