Il saggio affronta analiticamente, nella sua evoluzione legislativa e interpretazione giurisprudenziale, il problema dell’affermazione della parità di genere nell’accesso alle cariche elettive pubbliche e di governo, inquadrato come parametro e indice di democraticità formale e sostanziale del sistema democratico. A partire dal superamento del “dogma” dell’uguaglianza formale nella rappresentanza politica, che ha ingessato per molti anni la giurisprudenza della Corte costituzionale, e passando dalla costituzionalizzazione dei negli artt. 51 e 117, 7° comma Cost. dei principi di “pari opportunità” e di “parità” nell’accesso alle cariche elettive pubbliche, vengono disaminate le diverse misure che adottate nella legislazione elettorale nazionale e delle Regioni, mettendo in evidenza l’elevato grado di elasticità nel rispetto dei principi costituzionali in materia e la loro diversa incidenza in relazione ai risultati raggiunti in termini di rappresentanza nelle assemblee elettive. Si affronta, quindi, il problema dell’inclusione di genere nella partecipazione politica e la recente declinazione del principio di equilibrata rappresentanza dei sessi nella legislazione più recente: dalle novità introdotte dalla legge n. 215/2012 e dalla “legge Delrio” per la rappresentanza di genere nelle amministrazioni locali e nelle giunte, alla legge sul finanziamento ai partiti e movimenti politici, alle misure previste nella nuova disciplina per l’elezione del Parlamento europeo. Una particolare attenzione è dedicata alla nuova legge elettorale per la Camera dei deputati, che colma, seppur con grave ritardo, una lacuna nell’attuazione dei principi costituzionali in materia, divenuta ormai ingiustificabile, e alle modifiche previste dalla riforma costituzionale in corso agli artt. 55 e 122 Cost., quest’ultimo anticipato nei contenuti dalla recente novella alla legge n. 165/2004, che stabilisce a livello nazionale principi comuni volti a promuovere l’equilibrata rappresentanza fra donne e uomini nei Consigli regionali.
The essay addresses in detail and in its legislative changes and judicial interpretation, the question of equality between men and women in accessing the elected public office and of government. The issue of equality is analyzed as a parameter of formal and substantive democracy index to the democratic system. Starting with overcoming the “dogma of formal equality” in political representation, which blocked for many years the jurisprudence of the Constitutional Court, and going through the constitutionalisation in the Articles. 51 and 117, paragraph 7 of the Constitution, of the principles of "equal opportunity" and "equality" in access to elected public office, the different measures taken in the national electoral legislation and of the Regions are carefully examined, highlighting the high degree of elasticity in accordance with the constitutional principles and their different impact depending on the results achieved in terms of representation in elected assemblies. Furthermore, the essay deals with the inclusion of gender issue in political participation and the recent variation of the principle of balanced representation of the sexes in the most recent legislation: the changes introduced by Law no. 215/2012 and “Delrio Law” for gender representation in local government and councils, the law regulating the financing of political parties and movements, the measures foreseen in the new rules for the election of the European Parliament. Particular attention is devoted to the new electoral law for the Chamber of Deputies, which bridges, albeit very belatedly, a gap in the implementation of constitutional principles, which was becoming unjustifiable, and the changes envisaged by the constitutional reform under way in articles. 55 and 122 of the Constitution. The latter point, in light of the recent news on the law n. 165/2004 which lays down common principles, at national level, to promote a balanced representation of women and men in Regional Councils.