Il saggio si propone di indagare sulla nascita ed evoluzione del principio di uguaglianza di genere nell’Unione europea e di tracciare delle possibili piste di riflessione sulle ricadute di taluni recenti sviluppi della giurisprudenza dell’Unione europea in tema di effetti diretti orizzontali dell’art. 21 della Carta dei diritti fondamentali dell’UE sulla tutela multilivello dei diritti.
L’indagine prende avvio dal divieto specifico di discriminazione in base al sesso che insieme a un altro ground (quello della nazionalità) ha costituito, come è noto, il primo nucleo del diritto antidiscriminatorio europeo.
A partire dalla tutela della parità retributiva uomo-donna (art. 157 TFUE), la Corte ha via via esteso l’ambito concettuale di applicazione del diritto antidiscriminatorio dalla retribuzione a diversi altri ambiti inaugurando una protezione spinta oltre gli aspetti meramente economici fino a riconoscere efficacia diretta, anche orizzontale, alla stessa parità retributiva. Si assiste così ad un mutamento del paradigma della funzione della tutela antidiscriminatoria di genere immaginata all’origine in chiave funzionalista rispetto alla realizzazione del mercato unico che si è progressivamente liberato da questa ipoteca di ambito troppo ristretto per intraprendere un articolato cammino durante il quale le ragioni giustificatrici poste alla base del diritto antidiscriminatorio perdono la valenza prettamente economica e il divieto in base al sesso diventa una specifica espressione del più generale principio di uguaglianza. Una parte consistente del lavoro riguarda l’analisi del diritto derivato di prima e seconda generazione e della relativa giurisprudenza della CGUE fino alle più recenti pronunce relative agli effetti diretti orizzontali dell’art. 21 CDFUE che aprono poderose questioni sia sul piano della teoria generale delle fonti europee (uno per tutti i rapporti tra principi generali e diritto derivato), su quello della portata del principio della primauté del diritto comunitario e della sua efficacia diretta (verticale e orizzontale), nonché sull’assetto delle competenze dell’UE e degli Stati membri. E’ altresì significativo che tali questioni siano venute in rilievo special modo sul terreno dell’uguaglianza e della non discriminazione, principi la cui trasversalità interroga la tenuta di molti dei capisaldi del rapporto tra ordinamenti interni e ordinamento dell’Ue.
The essay aims to investigate the birth and evolution of the principle of gender equality in the European Union and to outline possible avenues for reflection on the impact of some recent developments in EU case law on the direct horizontal effects of Article 21 of the EU Charter of Fundamental Rights on the multi-level protection of rights.
The investigation starts from the specific prohibition of discrimination on the grounds of sex that along with another ground (nationality) has been the first nucleus of European anti-discrimination law.
Starting from the protection of equal pay for men and women (Article 157 TFEU), the Court has gradually extended the conceptual scope of application of anti-discrimination law from pay to several other areas, inaugurating a protection pushed beyond the purely economic aspects to recognize direct effectiveness, even horizontal, to equal pay.
We are thus witnessing a change in the paradigm of the function of gender-based anti-discrimination protection originally imagined in a functionalist key with respect to the completion of the single market, which has progressively freed itself from this too narrow scope to undertake an articulated path during which the justifying reasons underlying anti-discrimination law lose their purely economic value and the prohibition on the basis of gender becomes a specific expression of the more general principle of equality. A substantial part of the work concerns the analysis of the first and second generation of secondary legislation and the related jurisprudence of the CJEU up to the most recent pronouncements on the direct horizontal effects of Article 21 CDFUE that open up powerful questions both in terms of the general theory of European sources (one for all the relations between general principles and secondary legislation), the scope of the principle of primauté of Community law and its direct effectiveness (vertical and horizontal), as well as the structure of EU and Member States' competences. It is also significant that these issues have come to the fore especially in the field of equality and non-discrimination, principles whose transversal nature calls into question the maintenance of many of the cornerstones of the relationship between internal systems and EU law.