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LA FUNZIONE PARLAMENTARE

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1.L’irresistibile ascesa della funzione governativa nell’ordinamento italiano.

In occasione di una recente lezione di Sabino Cassese dal titolo «L’architettura costituzionale italiana: dall’Unità ai nostri giorni», tenuta a New York, nell’ambito della conferenza internazionale su «L’Unità d’Italia e l’Indipendenza americana», l’illustre giurista così concludeva il suo excursus: «La Costituzione del 1948 […] promise troppo e realizzò troppo poco, lasciando che la Costituzione vivente seguisse un percorso ben diverso da quello previsto dalla Costituzione formalmente vigente. Il filo rosso che collega le due Costituzioni (spezzato dall’“interludio” fascista) è dato dalla debolezza e dalla breve durata degli esecutivi».
Se ne dovrebbe o potrebbe dedurre che nell’ordinamento italiano a Governi deboli e spesso non in grado di durare nel tempo ha corrisposto e corrisponde un Parlamento forte capace di segnare la sorte e le scelte degli Esecutivi. Ciò non è propriamente vero: nell’arco di sessantatre anni di vigenza della Costituzione due sole volte si è verificato che un voto parlamentare abbia imposto le dimissioni del Governo. In entrambi i casi si è trattato della mancata conferma della fiducia richiesta direttamente dal medesimo Presidente del Consiglio (Romano Prodi) e non già di una azione parlamentare diretta contro quei Governi.
Del resto, come confermano alcune recenti iniziative, nessuna mozione di sfiducia è riuscita nell’intento dichiarato e costituzionalmente ineccepibile di obbligare alle dimissioni l’Esecutivo in carica. Si può dire che i Governi italiani, quando hanno lasciato la scena, lo hanno fatto a seguito di dimissioni volontarie del loro Presidente del Consiglio e che le ragioni delle frequenti crisi di governo, quelle del passato almeno, pur avendo avuto ovvi riflessi nei rapporti tra gruppi parlamentari, sono legate a questioni politiche tutte interne alle forze politiche della maggioranza. Piuttosto è opinione sempre più diffusa, almeno tra i costituzionalisti, che nel nostro Paese da circa una decina di anni si manifesta una profonda crisi della stessa istituzione parlamentare e della sua autonoma capacità di relazionarsi al Governo; crisi dunque destinata a compromettere in modo serio il tradizionale sistema di governo parlamentare, affermatosi già durante la vigenza dello Statuto albertino e che solo la dittatura fascista aveva abolito.
 

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