SOMMARIO: 1. La riorganizzazione della rete scolastica nella manovra finanziaria del luglio 2011. – 2. La ricostruzione del quadro delle competenze legislative in materia di istruzione operata dalla Corte costituzionale con la sentenza n. 200 del 2009. – 2.1 La distinzione tra “norme generali sull'istruzione” e “princípi fondamentali in materia di istruzione”. – 2.2 La potestà legislativa regionale in materia di istruzione: la questione della programmazione scolastica regionale e del dimensionamento della rete scolastica. – 3. I ricorsi del settembre 2011 e la denunciata violazione della competenza legislativa regionale nella materia concorrente dell'istruzione. – 4. Conclusioni.
1. La riorganizzazione della rete scolastica nella manovra finanziaria del luglio 2011
Il tema della programmazione e dell'organizzazione scolastica è nuovamente al centro del contenzioso costituzionale tra Stato e Regioni. Nel settembre 2011 le Regioni Toscana, Emilia Romagna, Liguria, Sicilia, Puglia, Basilicata e Marche hanno presentato ricorso alla Corte costituzionale per sollevare questione di legittimità sulle disposizioni previste, in materia di razionalizzazione della spesa scolastica, dalla manovra finanziaria di luglio, di cui al decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, convertito, con modificazioni, nella legge 15 luglio 2011, n. 111 . I ricorsi fanno riferimento alle norme contenute dall'articolo 19, commi 4 e 5 del decreto, che secondo le Regioni sono lesive della competenza legislativa regionale nella materia concorrente dell'istruzione e violano pertanto quanto stabilito dall'articolo 117, terzo comma della Costituzione .
Il decreto-legge 6 luglio 2011, n. 98, contiene misure di riduzione della spesa dirette a conseguire gli obiettivi di finanza pubblica indicati nel Documento di economia e finanza e nel Patto di stabilità presentati dal Governo nell’aprile 2011. Tra queste misure vi sono le riduzioni di spesa relative all'organizzazione scolastica - disposte dai commi 4 e 5 dell’articolo 19 del decreto - ottenute attraverso l'obbligatorio accorpamento delle scuole materne, elementari e medie in istituti scolastici comprensivi, la drastica diminuzione del numero delle scuole dotate di autonomia e degli incarichi di dirigente scolastico .