Nel quadro della tutela multilivello dei diritti, il saggio analizza le caratteristiche dei sistemi di garanzia della Carta sociale europea. Pur essendo lo strumento più completo di riconoscimento e protezione dei diritti sociali a quel livello, la Carta non gode ancora di una considerazione giuridica adeguata da parte delle istituzioni politiche e giudiziarie, nazionali e sovranazionali. Da qui, il tentativo di verificare se e come, attraverso il pieno utilizzo dei rimedi previsti, i diritti da essa proclamati possano acquisire maggiore effettività. Sul piano esterno, i principali strumenti di tutela sono rappresentati dal monitoraggio periodico di rapporti statali e dai reclami collettivi, indirizzati entrambi al Comitato europeo dei diritti sociali; sul piano interno, rilevano invece l’applicazione giudiziaria diretta ed il controllo di costituzionalità. È soprattutto quest’ultimo, almeno con riguardo al nostro ordinamento, che può offrire una sponda decisiva al tentativo di rilancio della Carta sociale avviato, su scala europea, attraverso il c.d. “Processo di Torino”.
In the framework of the multilevel protection of rights, the essay focuses on the remedies provided for by the European Social Charter system. Although its provisions offer the most comprehensive acknowledgment and protection of social rights at European level, the Charter is still lacking of the consideration it would deserve by national and supra-national political and judicial institutions. Hence, through an in-depth analysis of the remedies available, the essay attempts to ascertain if and how the rights embodied in this international document could gain more effectiveness. The Charter’s remedies are the monitoring of national reports, submitted to the European Committee of Social Rights on annual or two-year basis, and the collective complaint procedure; whilst direct effects mechanism and centralized constitutional review operate at national level. Especially this last could bolster the revitalization of the Charter system launched by the Council of Europe’s institutions through the so-called “Turin Process”.