SOMMARIO: 1. Introduzione. - 2. Il caso: la (in)trascrivibilità del matrimonio tra persone dello stesso sesso contratto all’estero. - 3. Il diritto al matrimonio: dalla sentenza della Corte costituzionale n. 138/2010 a Schalk e Kopf c. Austria della Corte europea dei diritti dell’uomo. - 4. Il riconoscimento del diritto ad un trattamento omogeneo: quale tutela per le coppie omosessuali?
1. Introduzione
Con la pronuncia del 15 marzo 2012 , la Suprema Corte di Cassazione è intervenuta in un dibattito, che, ormai da decenni, interessa la condizione giuridica dell’unione omosessuale all’interno dell’ordinamento giuridico italiano.
Sebbene la Corte si sia pronunciata su una questione altamente specifica e solo apparentemente circoscritta, ossia in merito alla trascrivibilità di un atto di matrimonio contratto all’estero tra cittadini italiani dello stesso sesso, la pronuncia ha investito numerosi ed ulteriori profili, così per un verso ampliando la propria portata ma, allo stesso tempo, evidenziando le difficoltà riscontrabili nella soluzione, peraltro obbligata, di demandare in via esclusiva ad autorità giurisdizionali la tutela di diritti fondamentali della persona.
Da questo punto di vista, la stessa struttura della pronuncia riflette quanto si è osservato e, così, all’analisi del caso sottopostole, la Corte sceglie di affiancare, affrontandolo in modo approfondito, il tema, di carattere più generale, del fenomeno della stabile convivenza tra persone dello stesso sesso ed il suo riconoscimento giuridico, evidentemente rimarcando come il rilievo della pronuncia travalichi la specifica questione, sottoposta al suo giudizio.