Il presente contributo analizza in prospettiva comparata le diverse forme dell’“invisibilità giuridica” dei migranti nell’accesso al lavoro e ai diritti tra Costituzione e diritto dell’immigrazione. La condizione dei lavoratori stranieri “invisibili”, ossia i sans papiers o i migranti che, seppur regolarmente soggiornanti, svolgono occupazioni precarie e a rischio di sfruttamento in settori quali quello domestico o in agricoltura, permette di riflettere criticamente sulla logica normativa alla base del diritto degli stranieri in Europa, che configura il lavoro come veicolo principale di integrazione e accesso ai diritti.
The article explores different forms of “legal invisibility” of migrants regarding the access to work and to rights under Constitutional norms and immigration law. Drawing on a comparative approach, it focuses on the legal status of "invisible" foreign workers ̶ i.e. irregular migrants and migrants granted temporary residence permits ̶ in sectors such as domestic work and agriculture, thus uncovering forms of precarious work and labour exploitation. Exploring the invisibility of such workers allows to critically engage with migration law in Europe and its basic assumption of work as the key element for successful integration.