In data 14 aprile 2010, il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, nella sua qualità di Presidente del Consiglio superiore della magistratura, e in attuazione di quanto previsto dagli articoli 18, 21 e 30 della legge n. 195 del 1958, ha indetto per i giorni 4 e 5 luglio 2010 le elezioni per il rinnovo dei sedici consiglieri togati (quattro pm, dieci giudici di merito, due magistrati di Cassazione) del Consiglio superiore della magistratura, invitando contestualmente il Presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini a convocare, d’intesa con il Presidente del Senato della Repubblica Renato Schifani, il Parlamento in seduta comune per la designazione degli otto membri laici (Comunicati della Presidenza della Repubblica, 14 aprile 2010, in www.quirinale.it).
La decisione del Capo dello Stato ha chiuso il dibattito sull’ipotesi di un rinvio delle elezioni, con conseguente proroga dell’attuale Csm per tutto il 2010, ipotesi che nelle settimane precedenti era stata letta dalla stessa magistratura come un intervento deliberatamente ostile nei confronti dei magistrati, definito dal
Csm «inaccettabile e provocatorio» (L. MILELLA, Ma sul Csm eletto per sorteggio Alfano pronto al primo strappo, in la Repubblica, 4 aprile 2010, p. 9).
Secondo le indiscrezioni, di cui la stampa ha puntualmente dato conto, l’eventualità della proroga era legata all’intenzione del Governo di procedere in tempi brevi ad una riforma del sistema elettorale del Consiglio superiore, al fine di consentire il rinnovo dello stesso sulla base di una legge elettorale diversa da quella attuale (Eutanasia del Csm: proroga di un anno, poi la “riforma”, in l’Unità, 25 febbraio 2010, p. 3).
L’esigenza di una riforma in tal senso sarebbe dettata dal fatto che l’odierno sistema di elezione dei membri togati, introdotto nel 2002 dall’allora Ministro della Giustizia Roberto Castelli, attribuirebbe, secondo l’esecutivo, un peso eccessivo alle correnti della magistratura, con la conseguenza di una
«lottizzazione» del Csm (Csm: Napolitano indice le elezioni per i togati, in Il Sole 24 Ore, 15 aprile 2010, p. 18; B. TINTI, Csm: il sorteggio incostituzionale che vuole Alfano, in il Fatto Quotidiano, 6 aprile 2010, p. 10).
Il decreto di rinvio delle elezioni sarebbe dunque servito per dare il tempo all’esecutivo di far approvare una riforma del Csm in grado di incidere sull’elezione dei membri togati (quelli laici, invece, continuerebbero ad essere nominati sulla base dell’attuale metodo): magistrati candidati scelti per sorteggio, e poi votazioni separate per giudici, pubblici ministeri e cassazionisti, con ogni categoria che vota solo per il suo rappresentante (una sorta di «separazione di fatto delle carriere» almeno elettorale, che secondo il Governo andrebbe a ridimensionare notevolmente il potere delle correnti: v. F. BECHIS, Seggi assegnati a tavolino prima del voto. Alfano blocca le elezioni farsa delle toghe, in Libero, 3 aprile 2010, p. 2; L.MILELLA, Ma sul Csm eletto per sorteggio Alfano pronto al primo strappo, in la Repubblica, 4 aprile 2010, p. 9).
La proposta del sorteggio dei magistrati candidabili e di votazioni separate per giudici e pm non è nuova: il Ministro della Giustizia Angelino Alfano l’aveva avanzata già nel luglio del 2009, sempre con il dichiarato intento di indebolire le correnti dei magistrati (L. MILELLA, G. VITALE, Così Alfano vuole...