Il Consiglio superiore della magistratura, nella seduta del 28 aprile 2010, ha approvato all’unanimità una risoluzione, formalmente trasmessa al Ministro della Giustizia, volta a sollecitare l’intervento del legislatore in materia di limiti alle candidature dei magistrati alle elezioni politiche e amministrative (Risoluzione del 28 aprile 2010, «Partecipazione dei magistrati al governo degli enti locali (comuni, province, regioni) - Esercizio di Uffici politico-amministrativi da parte di magistrati che svolgono o non svolgono funzioni giurisdizionali», in http://www.csm.it/circolari/100428_6.pdf).
Il Csm, dopo aver ricordato che la tutela dell’indipendenza e dell’autonomia della magistratura «involge necessariamente anche l’immagine di terzietà ed imparzialità che deve assistere ciascun magistrato nell’esercizio concreto delle sue funzioni», ha affermato come sia «necessario avviare una riflessione sull’attuale assetto ordinamentale in tema di partecipazione dei magistrati alle competizioni elettorali, e in particolare relativamente a quello concernente gli enti locali ovvero il coinvolgimento dei magistrati in ruoli di amministrazione attiva presso i medesimi enti».
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IL CSM INVITA IL LEGISLATORE A PORRE DEI LIMITI ALLE CANDIDATURE DEI MAGISTRATI ALLE ELEZIONI POLITICHE E AMMINISTRATIVE
- di: Elisa Tira