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ABORTO FARMACOLOGICO E ATTIVITÀ DI SECONDAMENTO: LA DISOBBEDIENZA INTERMITTENTE NELLA DIMENSIONE DEI DOVERI

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Una recente pronuncia della Corte di cassazione, che ha condannato un medico per essersi rifiutato di assistere una donna nella fase successiva alla somministrazione dell’aborto per via farmacologica, offre l’occasione per tornare sulla questione dell’ambito di applicazione della facoltà di cui all’art. 9 della legge n. 194 del 1978. Mettendo a confronto diritto ad abortire e libertà di coscienza, il saggio cerca analizzare il rapporto tra diritti inviolabili e doveri inderogabili, nell’ottica della tecnica del “divieto di abuso del diritto”, così come declinata nel diritto costituzionale. Per altro verso, il contributo propone di leggere la diffusione dell’obiezione di coscienza come una manifestazione di quella cultura della “disobbedienza intermittente” che legittima la disobbedienza civile ove “parziale” e “limitata” ad alcune specifiche situazioni. La parte finale del saggio è, pertanto, dedicata allo svolgimento di alcune considerazioni critiche sulla disobbedienza intermittente, quale strategia politica del pluralismo sociologico, in ragione delle preoccupazioni per la tenuta dell’unità del corpo politico.


A recent case of Court of cassation sentenced a doctor for refusing to assist a woman after a chemically induced abortion. This case allows us to focus on the scope of Article 9 of Law no. 194 of 1978. Comparing the right to have an abortion and the right of conscience, the present paper attempts to analyze the relationship between the fundamental rights and the fundamental duties according to the judicial principle of the “prohibition of Abuse of Rights” as defined by constitutional law. On the other hand, this essay suggests interpreting the spread of conscientious objection as a proof of the culture of “intermittent disobedience”, intended as “intermittent” and “limited” civil disobedience. Moreover, the paper provides some further reflections on the intermittent disobedience as a political strategy of the sociologic pluralism, that may break the cohesion of the politic body.
 

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