SOMMARIO: 1. Atto I: Oltre frontiera per trovare risposta ad una questione interna. Personaggi di una contesa. – 2. Atto II: La normativa in materia nella sua evoluzione storica ed il silenzio di “Ponzio Pilato”. – 3. Atto III: Le “perle” di una collana senza filo. Difficoltà logica della trasposizione della decisione della Corte europea dei diritti dell’uomo nella giurisprudenza interna alla luce della necessaria circolarità degli ordinamenti. – 4. Atto IV: Come nel Vangelo: dal silenzio di Ponzio Pilato al “giudizio del popolo”. La tradizione ed il carattere prevalente del credo cattolico come elemento giustificativo alla luce del margine di apprezzamento.
1.Atto I: Oltre frontiera per trovare risposta ad una questione interna. Personaggi di una contesa.
Dopo un lungo travaglio giurisprudenziale che ha coinvolto giudici di ogni sorte (civile, amministrativo, costituzionale ), italiani e sovranazionali, l’annosa questione dell’affissione del crocifisso nelle aule scolastiche è giunta all’epilogo, all’ultimo atto di un melodramma tipicamente italiano, ambientato però – come molte delle opere liriche dei nostri più famosi compositori – oltre frontiera . Questa volta, pervero la seconda ambientata a Strasburgo , con la pronuncia della Corte europea dei diritti dell’uomo nell’oramai noto caso Lautsi e altri c. Italia II che ha riconosciuto, in modo lapidario e “scomunicando”, quale reverse, l’antecedente pronuncia – à la française – in primo grado della sua seconda sezione , la legittimità dell’ostensione del simbolo cristiano nelle aule scolastiche alla luce di diversi profili argomentativi che qui di seguito verranno analizzati – dopo una breve premessa storico-costituzionale e giurisprudenziale – nei loro aspetti giuridicamente più pregnanti ed appariscenti. Di conseguenza, stando ai fatti, prima di entrare nel diritto, il crocifisso “può” essere riappeso al muro e … pare ora definitivamente .