SOMMARIO:Introduzione - 1. Il principio di irretroattività in malam partem e la portata del principio di retroattività della legge penale più favorevole nell’ordinamento italiano - 2. Il rango del principio di retroattività della legge penale più favorevole nella giurisprudenza della Corte Costituzionale - 2.1. Le sentenze n. 393 e 394 del 2006 - 2.2. Le sentenze n. 72 e 215 del 2008 - 3. La portata del principio di retroattività della legge penale più favorevole nella giurisprudenza della Corte europea dei diritti dell’uomo: l’articolo 7 CEDU - 3.1. La svolta giurisprudenziale segnata dal caso Scoppola - 3.1.1. Ricostruzione del quadro normativo interno - 3.1.2. I fatti della vicenda Scoppola - 3.1.3. Il ricorso alla Corte europea dei diritti dell’uomo - 3.1.4. La sentenza della Corte europea dei diritti dell’uomo e i principi in essa enunciati - 3.1.5. La dissenting opinion della minoranza - 4. Le prime ricadute del nuovo orientamento della Corte europea dei diritti nella giurisrudenza costituzionale - 4.1. La sentenza n. 28 del 2010 - 4.2. La sentenza n. 236 del 2011 - 5. Conclusioni.
Introduzione.
A seguito della “sentenze gemelle” , si sono fatti sempre più stretti i rapporti tra il sistema convenzionale della CEDU e gli ordinamenti nazionali, in particolar modo con riferimento alla materia penale in cui è più forte l’esigenza di garantire la tutela dei diritti fondamentali.
L’articolo 32 CEDU ha conferito alla Corte europea una funzione interpretativa eminente che contribuisce a precisare gli obblighi convenzionali degli Stati contraenti .
Le norme della CEDU e i suoi protocolli si pongono come parametro interposto, nell’estensione loro attribuita dalla Corte di Strasburgo, mentre la Corte Costituzionale si riserva solo un controllo di ultima istanza sulla compatibilità di tali norme con la Costituzione italiana della quale viene sempre affermato il rango sovraordinato rispetto agli obblighi convenzionali gravanti sul legislatore ordinario. Il Giudice costituzionale non può quindi fornire una propria interpretazione delle garanzie convenzionali, ma è tenuta a recepire la lettura fornitane dal loro “giudice naturale”.
Oggi il garantismo penale fronteggia un nuovo protagonista di vertice, la CEDU, che ha inaugurato un “sistema oggettivo di tutela” che impone agli Stati contraenti di adottare tutte le misure necessarie per garantire il pieno godimento dei diritti in essa contenuti.
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