SOMMARIO: 1. L’esame, in prima deliberazione al Senato, dei disegni di legge costituzionale n. 24 e connessi 2. Il rinvio in Commissione Affari costituzionali e la prosecuzione dell’esame in Aula al Senato
1. L’esame, in prima deliberazione al Senato, dei disegni di legge costituzionale n. 24 e connessi
Il 7 giugno si avviava la discussione, in prima deliberazione al Senato, dei disegni di legge costituzionale nn. 24, 216, 873, 894, 1086, 1114, 1548, 1589, 1590, 1761, 2319, 2784, 2875, 2941, 3183, 3204, 3252.
Avendo il Presidente Renato Schifani avvertito che il relatore Carlo Vizzini, impossibilitato a prendere parte alla seduta, aveva depositato una relazione scritta, prendeva la parola il relatore di minoranza Francesco Pardi (IdV). Quest’ultimo, segnalando che il progetto di riforma costituzionale era portato all’esame dell’Assemblea “in assenza di qualsiasi forma di coinvolgimento dell’opinione pubblica e dei cultori della materia”, rilevava come esso, da un lato, contenesse “una riduzione assai timida del numero dei parlamentari” e “un’incerta modifica del procedimento legislativo” - di fatto inidonea a superare i problemi connessi al bicameralismo perfetto – dall’altro, rafforzasse “i poteri del Presidente del Consiglio, a scapito del Capo dello Stato, delle Assemblee elettive e del principio di collegialità del Governo”. Al termine dell’intervento egli chiedeva al Partito Democratico di rivedere la sua posizione in materia ed esprimeva il timore che venissero proposti “nuovi emendamenti, capaci di stravolgere ulteriormente l’attuale assetto costituzionale” .
Venivano successivamente illustrate due questioni pregiudiziali, l’una dal senatore Luigi Li Gotti (IdV), l’altra dal senatore Roberto Mura (LNP) . Quest’ultimo, in particolare, definendo il testo in discussione “un inganno nei confronti dei cittadini”, segnalava, tra gli elementi criticabili, la “fittizia” riduzione del numero dei parlamentari e il mancato superamento del bicameralismo perfetto. Quanto all’annunciata presentazione di emendamenti, finalizzati a introdurre un sistema semipresidenzialista , il senatore Mura precisava, a nome del gruppo parlamentare della Lega Nord, come - “al di là di un’eventuale condivisione su questo tema … imprescindibilmente connessa (a) una reale riduzione del numero dei parlamentari e (all’)istituzione del Senato federale … modifiche di questo spessore non (potessero) essere esaminate dall’Assemblea parlamentare senza prima una giusta disamina e una corretta valutazione in Commissione” .