Come viene intesa la morte all’interno di un ordinamento giuridico? Il diritto alla vita comprende anche un diritto sulla vita e, quindi, la possibile pretesa giuridica di rinunciare alla stessa? Esiste un diritto di morire costituzionalmente garantito?
Il presente lavoro assume come punto di partenza imprescindibile il suicidio che, con la carica distruttiva che porta con sè, rappresenta la più piena espressione di sovranità del singolo rispetto alla propria esistenza Affrontate queste tematiche, si procede nell’esame di questioni ulteriori e logicamente successive, quali quelle attinenti alle scelte di fine vita in ambito medico che chiamano a riflessioni urgenti sulla loro legittimità, sulla loro configurabilità come diritti e pretese nei confronti dello Stato o, al contrario, sul loro costituire un’imprescindibile sfera di azione dell’ordinamento.
The purpose of this paper is to analyse how death is considered in a legal system: is there a right to die recognized by our Constitution?
In the first place the article examines the issue of the suicide, which represents an act of supremacy on each person’s existence.
Consequently, the paper deals with the “end of life choices” - active euthanasia, interruption of medical treatments in people suffering from terminal diseases, end of life cares – and It tries to define which one of these acts can be considered a right.