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L'ANALOGIA NELLA LOGICA DEL DIRITTO

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1. Premessa
Il titolo del mio intervento è identico a quello del prezioso libro di Norberto Bobbio pubblicato nel 1938. Vuole essere questa coincidenza un modesto tributo nei confronti di un grande Maestro.

Come ha spiegato, acutamente, Paolo Di Lucia1, dal libro di Bobbio si possono desumere due tesi: 1) la tesi della validità dianoetica del ragionamento per analogia; e 2) la tesi della validità deontica della conclusione del ragionamento per analogia; seguendo la distinzione, delineata da Amedeo G. Conte, tra validità dianoetica di un’inferenza (Gültigkeit) e validità deontica (in e per un ordinamento) della norma inferita (Geltung).

Secondo la prima tesi, il ragionamento per analogia è valido, nel senso che è un “ragionamento di certezza” e non un “ragionamento di probabilità”.

Secondo l’altra tesi, se il ragionamento per analogia è valido, la conclusione di esso è una norma deonticamente valida in e per l’ordinamento di cui è parte la norma da cui si muove; ovvero la validità dianoetica (logica) del ragionamento per analogia è condizione sufficiente di validità deontica della norma inferita analogicamente.

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