Sommario: Introduzione. – 1. Sulle forme di gestione dei servizi pubblici. – 2. L’acqua come bene pubblico oggetto di tutela. – 2.1. (segue) L’evoluzione della disciplina verso la tutela... – 2.2. (segue) ... e la pubblicità. – 2.3. (segue) Le infrastrutture. – 3. Il diritto all’acqua a livello internazionale e sovranazionale. – 4. Sul servizio idrico. – 4.1. (segue) La disciplina. – 4.2. (segue) La tariffa. – 4.3. (segue) L’attualità del servizio idrico. – 4.4. (segue) L’affidamento. – 4.5. (segue) L’autorità di vigilanza. – 5. La giurisprudenza costituzionale. – 6. Apertura al mercato e obblighi comunitari. – 7. I referendum. – 8. La guerra dell’acqua. – 8.1. Per l’imposizione delle gare. – 8.2. Per la pubblicizzazione del servizio. – 8.3. Per una migliore concorrenza. – 8.4. Nell’immediato futuro – Conclusioni.
Introduzione.
I due referendum sulla c.d. “privatizzazione dell’acqua” in realtà hanno avuto un ambito di applicazione più ampio e più ristretto di quanto proclamato. Più ampio perché uno di essi ha riguardato la disciplina dell’affidamento della gestione dei servizi pubblici locali (e quindi ha interessato tra l’altro anche il trasporto pubblico, la gestione dei rifiuti, l’illuminazione pubblica, i servizi cimiteriali, la pulizia dei giardini e delle scuole); l’altro invece si è occupato della remunerazione della gestione del servizio idrico, e quindi ha inciso sul calcolo di una componente della tariffa, aspetto molto rilevante, ma non l’unico di cui tenere conto per chi voglia evitare la cd. privatizzazione della risorsa.
Al fondo di questa vicenda il terreno di scontro è costituito dalle diverse visioni circa il rapporto pubblico/privato nella gestione dei servizi pubblici e in particolare del servizio idrico . Su questo campo si affrontano la visione secondo la quale il modello di gestione appare neutrale rispetto al soddisfacimento degli interessi ai quali è preordinato il servizio stesso e quella secondo cui il modello scelto permea gli interessi che si vogliono promuovere o difendere.