La formazione – per processo di separazione – dei gruppi di Futuro e Libertà alla Camera e al Senato costituisce un fatto politico di grande rilievo per gli equilibri della maggioranza parlamentare di centrodestra nonché per la stessa tenuta del Governo Berlusconi IV. Prova ne sia la circostanza che nel corso di poco meno di due mesi e mezzo (a voler invero escludere la delicata tappa parlamentare del 4 agosto), ovvero tra il 29 settembre ed il 13 dicembre 2010, il Governo si sia visto costretto, proprio in virtù dell’azione promossa da Futuro e Libertà, ad affrontare per ben due volte il giudizio (ed il voto) delle Camere sulla sussistenza del rapporto fiduciario. Appare dunque utile ricostruire brevemente le tappe che, in seguito al processo di “affrancamento” di Futuro e Libertà dal Pdl, hanno portato il Governo a sfiorare la crisi, costringendolo ad un difficilissimo – ed ancora non concluso – negoziato con le forze parlamentari.
L’orizzonte cronologico della “crisi” è compreso tra i mesi di luglio e dicembre del 2010, periodo durante il quale l’atteggiamento critico di Futuro e Libertà ha assunto forme via via più pesanti, sino a culminare nella presentazione alla Camera (3 dicembre) di una mozione di sfiducia al Governo ai sensi dell’articolo 94 della Costituzione.