ì La recente ordinanza con cui la Corte di cassazione ha sollevato la questione di legittimità costituzionale di alcune norme della legge elettorale ha riacceso il dibattito sulle strettoie del giudizio incidentale ed, in particolare, sul divieto di fictio litis nelle azioni cosiddette di accertamento dei diritti costituzionali. Muovendo da un’analisi intorno alla natura complessa del giudizio incidentale, il contributo cerca di analizzare la ratio del divieto in questione alla luce della natura sempre più concreta del nesso di incidentalità. L’esito è una rilettura della giurisprudenza processuale della Corte costituzionale, in cui viene valorizzata la valida instaurazione del giudizio a quo (ed in particolare la sussistenza dell’interesse ad agire) rispetto ad altri criteri. Alla luce di ciò, nell’ultima parte del contributo si illustrano le ragioni che portano a ritenere ammissibili i dubbi di costituzionalità intorno alla legge elettorale.
With a recent decision, the Italian Court of cassation has raised a referral order to the Constitutional court concerning some debated aspects of the law regulating national elections. This episode is deemed to be conflicting with some basic tenets of the model granting individuals only an indirect access to the Constitutional court and, in particular, with the ban on “specious claims”, ie referral orders that are raised apart from a “real” claim and only in order to access directly to the Constitutional court. The contribution deals critically with the most restrictive opinions about such a prohibition and tries to demonstrate that the case law of the Constitutional court, in cases like the one at stake, relies widely on substantial rather than formal requirements. In this light, the scrutiny on the existence of a prima facie “concrete” and “effective” violation of a constitutional right safeguards those basic tenets, since it links the viability of constitutional adjudication with the valid opening of an ordinary proceeding.