Tesi
Il mancato rispetto delle previsioni relative ai poteri costituisce uno dei fattori di continuità fra Statuto albertino e Costituzione repubblicana. Il fenomeno caratterizza in modo particolare alcune fasi della nostra storia costituzionale e risulta prevalentemente orientato a rafforzare l’esecutivo rispetto agli altri poteri. Ossia, vista dall’angolo visuale dell’effettività dei testi costituzionali, la storia costituzionale italiana appare segnata da fasi di disapplicazione delle regole sulla forma di governo, con la conseguenza che la divisione dei poteri che esse stabiliscono viene alterata in favore del potere esecutivo e, specialmente, della figura del Presidente del consiglio.
Va detto che un certo scostamento dalle previsioni costituzionali è fisiologico, posto che tanto lo Statuto quanto la Costituzione non contengono una esaustiva disciplina della forma di governo, che viene perciò integrata dalla prassi dei rapporti fra gli organi costituzionali. D’altra parte, è pur vero che l’adozione di un testo costituzionale serve proprio ad impedire che lo scostamento si spinga oltre un certo limite. In queste pagine mi soffermo pertanto sugli scostamenti che superano quel limite e causano, a seconda dei casi, l’alterazione oppure la trasformazione della forma di governo.