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A UN ANNO DI DISTANZA DALL’AFFAIRE GRANDE STEVENS: DAL BIS IN IDEM ALL’E PLURIBUS UNUM?

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A un anno dalla definitività della sentenza Grande Stevens della Corte EDU, in attesa della decisione della Corte Costituzionale si esaminano le soluzioni proposte nel frattempo per superare la violazione del ne bis in idem sia nell’ambito specifico del diritto penale mobiliare, che negli altri ambiti di coesistenza tra illecito penale ed amministrativo: dall’interpretazione convenzionalmente conforme alla disapplicazione delle norme processuali interne; al ricorso pregiudiziale alla Corte di Giustizia; alla proposizione delle questioni di costituzionalità; alla modifica legislativa. La molteplicità di tali soluzioni («una parola ha detto Dio; due ne ho udite» – Salmo 62.12), in uno con la per ora non facile coesistenza fra il princìpio di legalità interno e quello europeo, segnalano il rischio di incertezza del diritto (e di confusione delle lingue «perché non comprendano più l’uno la lingua dell’altro» – Genesi 11.24).

 

A year after the judgment Grande Stevens of the European Court of Human Rights, pending the decision of the Constitutional Court, the essays examines the solutions proposed in the meantime to overcome the breach of the ne bis in idem both in the specific field of criminal law, than in other areas coexistence between criminal offenses and administrative: the interpretation conventionally compliant, the disapplication of the rules of procedure; the appeal to the Court of Justice; the proposition of constitutional issues; the legislative amendment. The multiplicity of these solutions, in a difficult time for the co-existence of the internal and European rule of law, indicate the risk of uncertainty law.

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