Il diritto alla genitorialità frequentemente si polarizza nella contrapposizione fra il diritto ad avere un genitore e quello ad essere un genitore attraverso il ricorso alla genitorialità legale dell’adozione e/o ad una maternità surrogata, per supplire alla assenza o alle carenze di una genitorialità biologica. La contrapposizione si sviluppa soprattutto nella polemica fra chi esalta l’eguaglianza e il divieto di discriminazione della coppia, nonostante la sua identità sessuale e l’assenza di capacità generatrice; e chi invece enfatizza la diseguaglianza biologica che ne discende. In questa situazione per il minore l’avere dei genitori è più importante dell’essere genitori per i partners. Il best interest del minore è evocato dalle convenzioni internazionali e dal quadro costituzionale, in cui il minore non è più appendice talora “compatibile” e tollerata della famiglia, ma sempre sua ragione di essere. Il best interest – se pure con la sua onnicomprensività ed ambiguità – consente di muovere da ciò che unisce, non da ciò che divide; di contribuire a raggiungere la “pari dignità” del minore, di quel minore; di offrirgli la miglior genitorialità possibile nella sua specificità, attraverso una valutazione affidata caso per caso al giudice, nel rispetto dei princìpi e nell’applicazione delle leggi concrete.