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LA LAICITÀ ITALIANA TRA AFFERMAZIONI DI PRINCIPIO E CONTRADDIZIONI DELLA PRASSI

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1. Laicità come separazione tra ordine civile e ordine religioso e come metodo di adozione della decisione democratica. – 2. Il modello di laicità delineato dalla Carta costituzionale e le contraddizioni della prassi. – 3. La giurisprudenza costituzionale: a) Stato laico, eguaglianza, libertà di coscienza, protezione delle minoranze. – 4. Segue: b) la problematica laicità “positiva”. – 5. Un caso controverso: l’esposizione del crocifisso nella scuola pubblica.

 

1. Laicità come separazione tra ordine civile e ordine religioso e come metodo di adozione della decisione democratica
Il discorso giuridico sulla laicità non può essere in alcun modo ristretto ad un ambito settoriale, quasi riguardasse uno dei tanti caratteri dell’ordinamento statale. Esso investe, infatti, i fondamenti stessi dello Stato democratico, definendone la natura essenziale in relazione ai temi dell’eguaglianza, della libertà, del pluralismo e della tutela delle minoranze, e condizionando - almeno nel caso italiano - la struttura stessa del sistema delle fonti del diritto. Tutto ciò emerge con particolare chiarezza nella giurisprudenza della Corte costituzionale, la quale si è spesso soffermata su alcune importanti questioni di ordine teorico generale: la nozione di Stato laico come uno dei profili della forma di Stato democratico-costituzionale; il contenuto e la funzione del principio supremo di laicità nel suo inscindibile legame con l’eguaglianza; la libertà negativa di religione; la problematica nozione di laicità positiva.
Di laicità si può parlare in primo luogo, e in un senso più tradizionale, come separazione tra ordine civile e ordine religioso, come “indipendenza di giurisdizione tra chiesa e stato” , autonomia reciproca e neu-tralità (sul piano delle opzioni spirituali) delle istituzioni pubbliche. Un principio regolatore dei rapporti tra so-cietà politica e sfera religiosa , che ha una precisa funzione: tutelare la libertà e l’eguaglianza dei cittadini, i quali in nessun modo possono subire discriminazioni o acquisire privilegi sulla base della loro appartenenza confessionale (essendo la laicità, tra l’altro, dissociazione tra cittadinanza e appartenenza religiosa) . In altri termini, libertà ed eguaglianza sono la giustificazione ultima della laicità dello Stato intesa come separazio-ne : la costruzione dei rapporti tra Stato e fattore religioso non ha nulla di astratto, ma è destinata a confor-mare in concreto rapporti sociali fondati sul libero esercizio da parte dei singoli della loro libertà di coscienza, in un contesto di eguale rispetto di ogni scelta individuale.

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