Rileggendo, a distanza di tempo, la dichiarazione con la quale il Presidente Mattarella rese pubblico il suo “no” alla nomina di Paolo Savona quale Ministro dell’Economia in virtù di una sua “responsabilità istituzionale”, affiorano più nitidi i tratti dello scenario post-statale dei pubblici poteri, in cui il Quirinale è punto di caduta di tensioni molteplici che si generano sul piano nazionale e su quello sovranazionale. In tal senso, la dichiarazione del Presidente si legge come una denuncia, che spinge ad affrontare i nodi dell’interazione fra l’ordinamento costituzionale interno, ove la relazione fra separazione dei poteri e garanzia dei diritti s’ispira alla consapevole auto- determinazione basata sulla dignità della persona, e l’ordine sovranazionale, i cui riverberi sembrano, nel turbolento tempo che si attraversa, condurre verso approdi caratterizzati da una diversa concezione del diritto – e, per il suo tramite, della persona stessa.
As President Mattarella declared he was not to appoint Paolo Savona as Ministry for Economy, he claimed to possess an “institutional responsibility” which, some time afterwards, casts a brighter light on post-national patterns of public authority. In this framework, the Head of State is the gateway between national and non-national layers of power and bears pressures hailing from both. Therefore, the claim he raised urges to disentangle the knots of the integration process, as the relation between separation of powers and protection of rights – embedded in the national constitution as grounded in human dignity and conducive to self-determination – seems at stake in the post-national scenario. Should such relation collapse, not only there would be an impact on the Italian constitutional architecture, but also a renovated legal ontology may gradually arise as a result of a different perception of the human person.