In queste considerazioni di sintesi (che ho l’onore di svolgere in un contesto così autorevole) mi limi-terò a riprendere e sottolineare gli aspetti più interessanti del dibattito seguito alla ricca e stimolante relazio-ne di base, aggiungendo qualche spunto di riflessione personale.
È emerso in più interventi come i diritti tutti, ma la categoria dei diritti sociali in particolare, pongano la questione dei costi, poiché in quanto diritti a prestazione (o prevalentemente a prestazione) sono inevita-bilmente condizionati alla disponibilità di risorse da parte del potere politico.
Altrimenti detto, poiché le risorse pubbliche non sono infinite, intanto i diritti sociali si possono tutela-re, in quanto vi siano risorse sufficienti.
È dunque sul versante del costo dei diritti che occorre soffermarsi, poiché il tema aperto è la scarsità delle risorse e la ricerca di soluzioni possibili.
Non nascondiamoci, in primo luogo, che in termini generali tutti i diritti costano se, come ipotesi mi-nima, deve esserne garantita la tutelabilità in giudizio (Corte cost. sent. n. 26/1999).
Infatti, non solo non sempre e non necessariamente i diritti sociali (nella versione allargata) richiedo-no interventi prestazionali - riposo, pari opportunità, non discriminazione etc. - ma, esattamente in modo speculare, non si può negare l’esistenza di diritti fondamentali classici (non sociali) che invece richiedono una prestazione.