Le applicazioni tecniche delle nuove conoscenze acquisite nel campo delle scienze biomediche sono suscettibili di provocare, alla pari di quanto avviene in altri settori della ricerca umana (come quelli dell’informatica, della fisica, della robotica, delle nanologie, ecc.), sentimenti di profonda incertezza per l’ambivalenza degli effetti che potrebbero derivare dal loro impiego.
Agli indubbi vantaggi in grado di assicurare il benessere dell’individuo per la prevenzione e cura di gravi malattie, ne potrebbero infatti discendere, in assenza di un’opportuna regolamentazione dei risultati delle scoperte, pregiudizi per la tenuta dei valori personalistici, posti alla base del nostro disposto costituzionale, di cui sono titolari le generazioni presenti accanto a quelle future che sarebbero impedite di godere dei beni esauribili, in taluni casi (all’esito, ad esempio, di alterazione delle cellule germinali) neppure riconducibili allo status quo antea.