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Solidarietà, doveri e obblighi nelle politiche vaccinali anti Covid-19

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Gli interventi contro la pandemia Covid-19 sono stati discussi e giustificati alla luce di un principio di solidarietà. In Italia, in particolare, ci si è riferito all’inderogabile dovere di solidarietà politica economica e sociale dell’art. 2 Cost. Questo articolo affronta la questione se questo dovere implichi obblighi o solo strategie di persuasione o di incentivo. La parola solidarietà è stata usata nell’ampio senso di un’attitudine al mutuo supporto e alla cooperazione motivata sul piano emozionale e normativo. Allo stesso modo l’immunità di gregge che le strategie anti-Covid-19 perseguono può essere pensata come un bene pubblico che richiede mutua cooperazione. Dopo aver esaminato l’evoluzione della legislazione italiana in materia, discutiamo se, nel caso dell’attuale pandemia, vi siano le condizioni per la traduzione del dovere di solidarietà in obblighi. Le politiche alternative volte a convincere gli esitanti si sono ispirate ai nudges o forme di persuasione tendenti a non modificare troppo le opzioni e gli incentivi. Tuttavia, anche se la soglia dell’immunità di gregge è inferiore a quella di altre malattie precedentemente combattute con vaccinazioni obbligatorie, persuasione e raccomandazioni potrebbero essere insufficienti. Infatti la persistente incertezza sull’efficacia e sicurezza dei vaccini alimenta l’hesitancy. Vengono discusse perciò alcune misure alternative alla luce del principio di contribuzione al bene pubblico e del rispetto dei gradi di libertà individuali. Un certificato di vaccinazione obbligatorio, almeno per le categorie particolarmente esposte al rischio di trasmissione, sembra soddisfare entrambi i requisiti. Infatti esso non consente l’opting out dall’obbligo ma rimuove altre restrizioni alla libertà individuale tipiche del lockdown. Ci sono perciò buone ragioni per dimostrare la ragionevolezza e proporzionalità di una simile scelta normativa.

 

 

Solidarity, duties and mandates in anti-Covid19 vaccination policies Interventions in response to the Covid-19 pandemic were justified and discussed in the light of a principle of solidarity. In Italy, in particular, reference has been made to the «mandatory (inderogabile) duty of political, economic and social solidarity» of art. 2 Cost. This article deals with the question whether this duty should involve only obligations or other persuasive or incentive-based strategies. The word ‘solidarity’ gradually came to be used in a broader meaning of emotionally and normatively motivated attitude for mutual support and cooperation. Similarly the herd immunity that the anti-19 strategies pursue can be thought of as a public good that requires mutual cooperation. After examining the evolution of Italian legislation on the subject, we discuss whether in the case of the current pandemic the conditions are in place for the duty of solidarity to lead to mandatory vaccinations. The alternative policies aimed at convincing hesitant people were inspired by nudges or strategies of persuasion tending not to significantly change the choice options and incentives. However, even if the threshold of herd immunity is lower than that of diseases previously addressed with mandatory vaccinations, recommendations and persuasion may prove insufficient. In fact, the persistent scientific uncertainty about the efficacy and safety of vaccines fuels people’s hesitancy. Some alternative measures to fight the pandemic are therefore discussed in the light of a principle of contribution to the public good and of respect of individual liberty degrees. A (temporary) mandatory vaccination certificate at least for categories especially exposed to the risk of transmission seems to meet both requirements. It in particular does not allow the option of opting out of vaccination but removes other lockdown restrictions on personal freedoms. There are, therefore, good reasons to show the reasonableness and proportionality of such normative choice.

 

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