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Addio articolo 14: nota alla sentenza EL DRIDI della Corte di Giustizia UE in materia di contrasto all'immigrazione irregolare

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Nemmeno – ne siamo sicuri – lo rimpiangeranno i giudici penali italiani, che volentieri si sbarazzeranno della montagna di orientamenti giurisprudenziali formatisi in materia di articolo 14, che trovavano la loro più profonda ragion d’essere nel malessere che molti di loro, soprattutto giudici di merito, sentivano nel dover giudicare e condannare persone che con i veri criminali nulla hanno a che fare. Tutta quella giurisprudenza, frutto di ingegni raffinati e sottili, è ormai carta straccia: eppure difficilmente qualche giudice ne sentirà la mancanza, come attestano i tredici (!) ricorsi pregiudiziali (compresi quello ora deciso e quello proveniente dalla prima sezione penale della Cassazione) che, secondo notizie fornite dalla cancelleria di Lussemburgo, sono stati proposti dai giudici italiani nei primi mesi di quest’anno sull’articolo 14 t.u. imm., in relazione al suo contrasto con la direttiva rimpatri dell’UE.
Ma, probabilmente, nemmeno lo rimpiangeranno le forze dell’ordine, almeno a sentire le reazioni dei più autorevoli sindacati di polizia riportate dal Corriere dello scorso venerdì 29 aprile 2011 a pag. 13. Il segretario della Silp-Cgil Giardullo invita il governo “a non difendere l’indifendibile e a prendere una svolta rispetto alle sue politiche demagogiche […]: aver trasformato un’infrazione amministrativa in un illecito penale ha aggravato il carico organizzativo e finanziario per le forze di polizia e gli uffici giudiziari per giungere comunque all’espulsione, cioè allo stesso provvedimento che prima era possibile con una semplice e meno costosa procedura”. Gli fa eco Enzo Letizia, dell’associazione Funzionari: “questa norma provoca un aggravio forte all’attività di polizia e carabinieri senza che ci siano benefici. Basti pensare che i controlli sui clandestini che devono essere arrestati bloccano per ore il personale impegnato nell’identificazione dello straniero e nella ricerca dei precedenti provvedimenti, ma vengono vanificati nel giro di pochissimo tempo visto che già il giorno stesso o al massimo il giorno successivo l’indagato torna in libertà. In un momento nel quale si chiede di razionalizzare le forze e le risorse, non vale la pena sprecare tante energie. Bisogna rendersi conto che l’unico vero deterrente per bloccare l’immigrazione irregolare è quello dei rimpatri ed è su questo che bisogna investire se si vogliono ottenere risultati reali”.
 

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Codice ISSN 2039-8298 (Online). La Rivista dell'Associazione Italiana dei Costituzionalisti è inoltre registrata presso il Tribunale di Roma - n.339 del 05.08.2010.
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