L’articolo tenta di inserirsi nel dibattito italiano attuale sul ruolo del Presidente delle Repubblica nella trama della forma di governo, alla luce delle più recenti evoluzioni. Senza voler fornire risposte definitive, lo sforzo è quello di rifiutare formule stereotipate per confrontarsi invece con la complessità del tema, partendo almeno dal suo sereno riconoscimento. Ci si accorgerà, così, che il tentativo di “semplificare” questa complessità ha invero portato – e può continuare a portare – a pericolosi “sensi di smarrimento” quando la realtà si presenta in tutta la sua forza dirompente. A questo punto, la sfida sarà innanzitutto quella di resistere alla tentazione di contenere la realtà nelle rigide forme del giurista: soltanto eliminata questa tentazione, potrà iniziarsi una riflessione serena e produttiva, capace anche di valutare le possibili ipotesi di soluzione istituzionale che, con più o meno forza, si affacciano sul dibattito contemporaneo.
This essay aims to intervene in the ongoing debate on the role of the President of the Republic in the Italian form of government, in light of the most recent evolutions. Bearing in mind the complexity of such an issue, we will seek to reject stereotyped formulations without claiming to give conclusive answers. When reality shows all its tremendous strenght, the attempt to simplify this complexity always brings about dangerous confusion. Therefore, our challenge will consist in resisting the temptation of dealing with reality in a dogmatic way. With this in mind, we can carry out a fruitful study, also considering proposals of change of the form of government surfaced in the public debate.