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La società del “bellessere” e il suo sistema

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La lungimirante intuizione dei Costituenti di riunire in un unico articolo, collocato fra i principi fondamentali, la promozione dello sviluppo culturale e della ricerca scientifica e tecnica e la tutela del paesaggio e del patrimonio storico e artistico della Nazione ci dice non solo del rango da essi assegnato a beni e interessi con ciò posti a fondamento dell’identità nazionale ma anche della loro consapevolezza circa lo stretto legame tra memoria del passato e proiezione nel futuro di un Paese così ricco di storia, natura e cultura come l’Italia.

In questo quadro, la crescente domanda di arte, di musica, di paesaggio, di letteratura, in una parola di “bellezza” non può, in alcun modo, essere ricondotta alla categoria dei “beni di lusso” o, peggio, all’effimero e al superfluo. Al contrario, essa ha direttamente a che fare con il senso di appartenenza, di identità e memoria, con il benessere e la (qualità della) vita delle persone e delle comunità, insomma con una cittadinanza “pleno iure” e se è così nessuno deve rimanerne escluso.

Rivitalizzare il modello italiano di tutela del patrimonio culturale, nella prospettiva di un diritto universale alla bellezza - che è poi il diritto a una vita degna, nutrita di senso e non solo di utilità – richiede, ovviamente, un’adeguata organizzazione, che non si traduca in un aggravamento delle funzioni e dei poteri pubblici ma scommetta sul coinvolgimento dei privati, sul mecenatismo e sulla leva fiscale… tutti strumenti già presenti nell’ordinamento che dovrebbero tuttavia essere ricondotti a sistema per dare effettività al “nuovo” diritto, come fattore decisivo delle relazioni sociali e della cittadinanza: un sistema nazionale per la bellezza.

 

 

This paper highlights the far-sighted intuition of the Constituents to bring together in a single article, placed among the fundamental principles, the promotion of cultural development and scientific and technical research and the protection of the landscape and the historical and artistic heritage of the Nation.

These interests reflect the national identity, as recognized by the Constituents, with the awareness of the close link between memory of the past and projection into the future of a country like Italy so rich in history, nature and culture.

The growing demand for art, music, landscape, literature, in a word of "beauty" cannot, in any way, be traced back to the category of "luxury goods" or, worse, to the ephemeral and superfluous. On the contrary, it involves the sense of belonging, identity and memory, the well-being and (quality of) life of people and communities, and a "full law" citizenship. If so, no one must remain excluded.

Recognizing a new right that requires an adequate organization for its effective enjoyment does not necessarily mean increasing the state function and the weight of authority.

On the contrary, in this field, there is strong cooperation of private entities, focused on the care of collective interests to promote cultural patronage, conscious tourism, and the widespread use of art and culture.

The document points out the lack of an organization to answer the demand for identity and culture.

It is time to adopt a system where the functions, structures, services and activities to promote the overall enjoyment of nature, culture, and art are recognized as a universal right and decisive factor in social relations and citizenship: a National System for Beauty.

 

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