Nel saggio si tratteggia, in apertura, la differenza tra modelli di integrazione politico-partitica inclusivi o assimilativi - tipici del Novecento europeo - e esclusivi o selettivi - modello statunitense -, collegandoli, tra l’altro, a precise conseguenze sul piano della struttura delle istituzioni, la più evidente delle quali riguarda l’alternativa tra parlamentarismo e presidenzialismo. Dopo aver collocato il modello di integrazione italiano tra quelli inclusivi, ci si sofferma sulle prestazioni di unità che dal capo dello Stato si possono comunque pretendere: simboliche; di stabilizzazione e conservazione dell’unità politica; di difesa (che è da distinguere dalla garanzia) della Costituzione. In concreto, poi, si sostiene che l’attuale presidenza, al di là delle singole scelte compiute, sia la manifestazione più chiara della logica di funzionamento della forma di governo parlamentare. Infine, dopo aver ribadito che l’unità non è mai un dato, ma un processo, si rileva che i vari Presidenti della Repubblica hanno in genere aiutato e raramente frenato il processo di costruzione dell’unità, tanto che di questo è doveroso tener conto nel dibattito su eventuali riforme istituzionali.
The essay outlines the difference between inclusive and exclusive models of political and party-based integration. The distance between the first - typical of Twentieth century Europe - and the second - developed in the U.S. - has clear consequences on the structure of political institutions, the most obvious of which deals with the choice between parliamentarism and presidentialism. The essay places the Italian model of integration among the inclusive ones. Then it analyzes what kind of functions the President can be asked to provide in order to create unity: symbolic representation of national identity; stabilization and preservation of political cohesion; defense of the Constitution (which is to be distinguished from its guarantee). The current presidency, beyond the single choices made, shows clearly the intimate logic of parliamentarism. Finally, specified that unity is never a pre-condition, but rather a process, it is noted that the previous Presidents have generally helped and rarely restrained the unity-building process. That is seen as something that should be always taken into account in the debate on possible institutional reforms.