SOMMARIO: 1.L’approvazione della legge n. 270 del 2005. – 2. Il referendum Guzzetta-Segni. – 2.1. Il procedimento: dall’iniziativa alla (prima) indizione dei referendum. – 2.2. Lo stimolo al dibattito politico-istituzionale sulla riforma elettorale e la raccolta delle sottoscrizioni. – 2.3. Alcuni «incidenti di percorso». – 2.4. Le posizioni politiche successive alla sospensione del referendum. – 2.5.La questione della data della consultazione referendaria. – 2.6. Il voto: la più elevata astensione nella storia dell’istituto referendario. – 3. La proposta Castagnetti. – 3.1. Un referendum totalmente abrogativo della legge n. 270 del 2005. – 3.2. La dottrina dibatte intorno al fenomeno della reviviscenza. – 4. Gli appelli della società civile e la ripresa del dibattito politico-parlamentare sulla riforma elettorale. – 5. L’iniziativa referendaria Passigli. – 5.1. L’obiettivo dell’iniziativa. – 5.2. Favorevoli e contrari al referendum: la divisione in seno al Pd. – 6. La richiesta referendaria Morrone. – 6.1. La costituzione del Comitato promotore per i collegi uninominali. – 6.2. La travagliata vicenda relativa alla raccolta delle sottoscrizioni. – 6.3. I riflessi della richiesta referendaria nel sistema politico-istituzionale. – 6.4. Il dibattito sull’ammissibilità dei quesiti. – 6.5. Verso il giudizio della Corte costituzionale. – 6.6. Le conseguenze politico-istituzionali della sentenza della Corte.
1.L’approvazione della legge n. 270 del 2005.
Come noto, esiste una reciproca ed ineliminabile interferenza tra la forma di governo, il sistema dei partiti ed il sistema elettorale . Come, parimenti, noto, dopo decenni di sistema elettorale proporzionale, venivano da più parti avanzate aspettative di maggiore «governabilità» e di «democrazia immediata» . Sulla base di queste diverse ratio ispiratrici, si giunse, nel 1993, su stimolo di un pronunciamento referendario, ad una riforma elettorale di stampo prevalentemente maggioritario (legge n. 277 del 1993 e d.lgs. n. 534 del 1993 per la Camera; nonché legge n. 276 del 1993 e d.lgs. n. 533 del 1993, per il Senato).
Nel 2005, a distanza di poco più che dieci anni dall’entrata in vigore di tale sistema elettorale e nonostante il tendenziale consolidamento della dinamica bipolare , il Parlamento, nell’arco di pochi mesi e con i soli voti dell’allora maggioranza di governo di centrodestra, giungeva ad approvare una legge elettorale (la n. 270 del 2005) di sostanziale «ribaltamento» della precedente normativa , eliminando i collegi uninominali per introdurre un sistema proporzionale con liste bloccate e premio di maggioranza .