Sommario: 1. - Per una possibile definizione di dovere etico in politica. La comparazione con altri ambiti; 2. - Le fonti delle regole etiche delle formazioni politiche; 3. - I partiti e movimenti tra norme interne e codici etici. Gli obblighi degli iscritti, dei candidati e degli eletti, l’apparato sanzionatorio e le garanzie procedurali; 4. - I casi recenti di esclusione ed espulsione di fronte alla cronaca giudiziaria e non solo
1.Per una possibile definizione di dovere etico in politica. La comparazione con altri ambiti
Dalla slealtà politica alla mera violazione del codice penale, passando per il venir meno dalla moralità – intesa come condivisione dei “valori” enunciati dalle proprie Carte fondative –, i partiti italiani ed il loro sistema sono afflitti, ormai da decenni, dallo svuotamento di senso del presupposto minimo per l’efficacia di un’organizzazione stabile, compiuta e regolata: la presunzione di affidabilità dell’elemento personale.
L’espressione codice etico è stata introdotta recentemente nel sistema delle formazioni politiche e la questione della sua definizione si inserisce nell’attuale rinnovato dibattito sulla regolamentazione della loro realtà associativa. La forte eco, anche mediatica, della discussione sul tema offre, se non risposte ai tanti dubbi, almeno spunti per la riflessione sulla trasformazione di tali organizzazioni. Costruire un mattoncino di regole di comportamento da affiancare a sostegno, non foss’altro che precauzionale, dell’edificio composto dalle norme del diritto positivo, a molti sembra utile almeno a dimostrare l’impegno a contrastare la più generale delegittimazione della politica e dello stesso istituto della rappresentanza.