1. Il sistema di custodia cautelare come crocevia delle relazioni tra Corte, giudici e legislatore
Il recente novero di decisioni adottate dal giudice delle leggi in materia di carcerazione preventiva, e più in generale di applicazione costituzionalmente orientata delle misure cautelari, rappresenta il consolidamento di un indirizzo giurisprudenziale, utile sia per una riflessione critica circa i rapporti tra Corte e magistratura ordinaria, sia per una valutazione dei legami intercorrenti tra giudice costituzionale e Parlamento.
In relazione a quest’ultimo aspetto, infatti, tale giurisprudenza definisce con sufficiente precisione i caratteri del principio di ragionevolezza limitatamente alla determinazione e alla commisurazione della custodia cautelare in carcere, in questo senso orientando l’esercizio della discrezionalità legislativa nella definizione dei singoli obiettivi di politica criminale. Sul versante delle relazioni tra Corte costituzionale e giudici comuni, invece, le sentenze in questione assegnano al giudice rimettente poteri interpretativi particolarmente estesi, soprattutto per quanto concerne l’applicazione delle singole misure cautelari, sul presupposto di una maggiore idoneità dell’organo giudicante a fornire una risposta più efficace alle esigenze del caso concreto, con riferimento alla tutela dei diritti individuali garantiti dal legislatore.
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LA CONFORMITÀ A COSTITUZIONE DELLA CUSTODIA CAUTELARE IN CARCERE TRA CORTE, LEGISLATORE E GIUDICI COMUNI
- di: Paolo Zicchittu