Chiarissimo Signor Presidente, care colleghe e cari colleghi,
è un grande onore e piacere poter rendere questo intervento, dopo la relazione tenuta già negli anni novanta all’ultimo convegno torinese dell’Associazione. L’ammirazione dei tedeschi per l’Italia certo non è una novità. La lunga tradizione dei nostri viaggi in Italia va ben oltre quello di J.W. von Goethe ed è anche ben radicata nella memoria culturale della Germania. Ai miei tempi decise di vivere in Italia un compositore come H.W. Henze e prima di lui un’autrice come I. Bachmann. Leggendaria è oramai la c.d. Toscana-Fraktion dei politici tedeschi di sinistra e dei verdi che amano quella regione. Noi tutti siamo amanti dell’Italia.
I.Parole chiave per un bilancio culturale
La memoria dell’unificazione nazionale dell’Italia dovrebbe, e potrebbe, liberare oggi nuove forze spirituali. L’Italia, come la Germania una „nazione in ritardo“ (H. Plessner), ha realizzato nel Risorgimento molte acquisizioni che attendono di essere recuperate da una memoria attiva. Le élites e il popolo hanno partecipato a quell’opera comune. Oggi serve soprattutto ricordare anche quella politica d’avanguardia che l’Italia ha regalato all’Europa. Basta ricordare il manifesto di Ventotene (1941): A. Spinelli e A. de Gasperi hanno reso contributi d’eccellenza a tale politica per l’Europa.