All’esito di una lunga e non poco travagliata gestazione, la riforma delle autonomie locali in Sicilia rimane ad oggi in attesa del proprio (invero tutt’altro che scontato) completamento. Senz’altro un unicum nell’attuale panorama istituzionale, essa prende corpo nel doppio binario rappresentato, rispettivamente, dai liberi Consorzi Comunali ex art. 15 St. SI e dalle Città metropolitane. Tra le altre, peculiare appare sicuramente la previsione, per così dire, “a geometria variabile” dei previsti enti consortili (ai singoli Comuni essendo data la possibilità di aderire ad essi a ben precise condizioni sostanziali e procedurali). Ciononostante, la controversa previsione del Consorzio comunale quale ente intermedio di secondo grado e la persistente incertezza circa le funzioni di area vasta che ad esso andrebbero ancora riconosciute rimangono probabilmente il più evidente (e, forse, imperdonabile) peccato di una riforma pure assai ambiziosa ma, allo stato, non ancora idonea a far compiere alla Regione Siciliana l’auspicato salto di qualità rispetto alle originarie Province regionali.
Sicilian local governments reform is still waiting for the right (indeed unclear) completion after a long and troubled processing. It represents an unusual example in current institutional landscape and it is based on Free Municipal Consortia and Metropolitan Cities dual pillar. Planned Consortia “variable geometry” certainly seems more specifically rule: in fact, individual Municipality will enter into each new Consortium according to specific substantive and formal conditions. Critical change of Municipal Consortium election and functions probably is most evident (and inexcusable) sin of very ambitious reform: in fact, this current project doesn’t seem able to improve previous Provincial structure.