1.
Il primo dato che merita essere evidenziato riguarda la “fonte” che ha istituito il gruppo di lavoro sulle riforme istituzionali, contestualmente a un gruppo di lavoro sulle riforme economiche. Ovvero il Presidente della Repubblica: a dimostrazione (e conferma) che il tema delle riforme in materia istituzionale, al pari di quelle in materia economica, trovano, financo nel vertice del nostro sistema costituzionale, un convinto assertoree propugnatore, perché ritenute questioni non più ineludibili per favorire una ripresa e ricrescita del sistema politico e istituzionale, da troppi anni soggetto a continue proposte ma mai a soluzioni definitive.
Allora, risulta pienamente condivisibile quanto si legge nella Premessa della Relazione finale del gruppo: «L’Italia ha bisogno di riforme in grado di ravvivare la partecipazione democratica, di assicurare efficienza e stabilità al sistema politico e di rafforzare l’etica pubblica: principi e valori che costituiscono il tessuto connettivo di ogni democrazia moderna e ingredienti del suo successo nella competizione globale. Le proposte contenute nel rapporto possono concorrere a migliorare il funzionamento della nostra democrazia contribuendo ad attivare i processi di crescita economica e sviluppo sociale».