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CONTROLLO FINANZIARIO E CORTE DEI CONTI: DALL’UNIFICAZIONE NAZIONALE ALLE ATTUALI PROSPETTIVE

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1. Premessa. – 2. La corte dei conti nello stato liberale… – 3. … e nel regime fascista – 4. La corte dei conti nella democrazia repubblicana: una lunga continuità. – 5. Dagli anni settanta al presente: sentieri di innovazione. – 6. Recenti prospettive. – 7. Un nuovo volto del sindacato finanziario?


1. Premessa
A una riflessione sul ruolo di controllo finanziario della corte dei conti che, muovendo dalle origini dell’istituto nell’unificazione nazionale e dai suoi sviluppi posteriori, tenti di misurarsi con le attuali prospetti-ve, si è invitati, più che dall’occasione fornita dalle numerose “celebrazioni” indette da quest’organo nel pro-prio centenario di vita, dalla considerazione dei molti risvolti dell’attuale grave crisi finanziaria e del dubbio, che questa suscita, che uno dei suoi fattori si trovi nell’inadeguatezza o nella scarsa adeguatezza degli ordi-namenti e delle istituzioni finanziarie oggi in vigore, corte dei conti inclusa.
Molti sono gli interrogativi e molte le ipotesi che possono essere proposte a questo riguardo, essen-do evidente che – anche a limitarsi agli aspetti della crisi delle istituzioni finanziarie che investono diretta-mente il ruolo delle corte dei conti (e che non sono certo gli unici, essendo invece molteplici sia i profili di carattere nazionale che quelli aventi inevitabilmente dimensione internazionale) – i profili problematici sono tanti; vale forse perciò la pena di esporre qui qualche elemento per la discussione.
Una riflessione di questo genere non può ovviamente essere condotta in termini autoreferenziali in-terni alla corte considerata in sé e per sé, con un atteggiamento a cui invece ci si lascia non di rado andare, soprattutto se ci si ancora alla dimensione celebrativa, presente da sempre in troppa parte della letteratura in materia. Il valore di ogni istituzione pubblica si apprezza infatti pienamente solo in relazione all’intero sistema politico-giuridico e al contesto economico-sociale nel quale si inscrive; e tanto più ciò è vero per quegli istituti che non appartengono al nucleo primario dell’istituzione statale, ma hanno un carattere strumentale quale è questa pur importante magistratura: “organo ausiliario”, come lo definisce la costituzione repubblicana, ri-spetto agli organi costitutivi di quel nucleo. Per altro verso rifarsi come primo approccio al quadro storico ap-pare particolarmente utile quando si è di fronte a un istituto che ha un’antica origine e una persistenza nel tempo che da una parte lo caricano di esperienza e dall’altro lo appesantiscono e che d’altronde presenta aspirazioni alla sua valorizzazione che richiedono una riflessione sul suo percorso complessivo.

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