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FORME COSTITUZIONALI DELLA STORIA UNITARIA: MONARCHIA E REPUBBLICA

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Sommario: 1. Monarchia e repubblica tra forma di stato e forma di governo – 2. La monarchia liberale - 2.1. Una costellazione di principi: indipendenza, unità, principio nazionale, liberalismo - 2.2.Un sistema dualistico: principio monarchico e principio rappresentativo - 2.3. La supremazia della corona - 2.4. Il “credo” monarchico e le sue deficienze storiche - 3. La monarchia fascista – 3.1. La “rottura” fascista e lo stato totalitario – 3.2. Continuità monarchica e “regime del capo del governo” – 3.3. Il credo fascista – 4. La repubblica democratica – 4.1. Lo “stato costituzionale” e la forma repubblicana - 4.2. Il ruolo del Capo dello stato –4.3. Un “credo repubblicano” – 4.4. Forza e debolezze della Repubblica - 5. La discontinuità repubblicana.

Nel lessico costituzionale monarchia e repubblica hanno variato fortemente di significato dall’antichità classica ai nostri giorni trasmigrando dal campo teorico della forma di stato a quello della forma di governo a quello della configurazione della carica di capo dello stato, senza peraltro che si siano mai perduti del tutto i nessi fra i tre campi. Poiché dunque non esistono nella storia forme “pure” ma solo “tipi storici” tra loro diversi sia di monarchie che di repubbliche, la comparazione tra i due termini nella storia dell’Italia unita deve fondarsi sull’analisi delle forme statali in essa susseguitesi - la monarchia liberale, la monarchia fascista e la repubblica democratica - esaminandole ai tre livelli della forma di stato, della forma di governo e della configurazione del vertice istituzionale. Fra le tre fasi sussistono continuità numerose che però non sminuiscono le fondamentali differenze e discontinuità che le caratterizzano. La monarchia liberale, artefice dell’unità nazionale assieme alla classe dirigente promotrice del liberalismo, in quanto “monarchia rappresentativa” è una forma di stato dualistica a cui corrisponde una forma di governo parimenti dualistica nella quale, malgrado l’evoluzione in senso parlamentare, il re mantiene un ruolo di indirizzo politico in rapporto dialettico col ruolo del parlamento e d’un governo legato alla fiducia del parlamento. Il “credo” monarchico, pur caratterizzato da molte deficienze, permea la società di memorie e progetti dinastico-oligarchici. Con la monarchia fascista si instaura uno stato totalitario che annulla le libertà individuali e la natura di libera rappresentanza del parlamento realizzando una “diarchia” tra re e capo del governo in cui quest’ultimo gode di un potere assoluto, e impone alla società con la forza una “fede fascista” che elabora una memoria nazional-imperiale e pretende la costruzione di un progetto di uomo nuovo fascista. La Repubblica, realizzata attraverso un processo fondato sulla sovranità del popolo e culminato nell’approvazione in Assemblea costituente della Costituzione democratica, è un regime di libertà e socialità ispirato da una memoria di “conquiste” e di “ferite” e da un “progetto” di società solidale, aperta all’integrazione europea e alla cooperazione mondiale. Essa è retta da una forma di governo pluralistica che articola molteplici centri di indirizzo politico e robusti organi di garanzia, tra i quali il Presidente della Repubblica è costituito come capo dello stato con funzioni di magistratura di influenza e di arbitrato e come rappresentante dell’unità nazionale. Il processo di attuazione e sviluppo dei principi repubblicani si è svolto nel tempo tra molteplici difficoltà, che hanno portato anche a momenti di arretramento e a crisi complesse, nelle quali si è rivelato anche uno spirito di “scetticismo costituzionale”. Un “credo repubblicano” sta però a fondamento della vita sociale come dovere di tutti i cittadini e in misura più esigente dei titolari di funzioni pubbliche e promette, se ben vissuto, un futuro di durata e di miglioramento dello stato della Repubblica.
 

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