Sommario: 1. Premessa. – 2. Rappresentanza politica e rappresentatività nella Costituzione italiana: variazioni su un tema di Lavagna. 3. Dalla “Costituzione impossibile” alla “Costituzione silenziosa”: aspettative e delusioni della stagione del “Bipolarismo conflittuale”. – 4. Conclusioni: la paradossale necessità del ritorno al sistema proporzionale per la chiusura della transizione infinita.
1. Premessa. – Scopo di queste pagine è cercare di articolare alcune riflessioni e porre qualche interrogativo sulla compatibilità costituzionale, nonché sull?efficacia rispetto ai fini che ci si proponeva, delle scelte elettorali conseguenti alla stagione referendaria dei primi anni ?90, culminata nell?abbandono del sistema proporzionale a partire dalle elezioni politiche del 1994.
Il taglio scelto potrebbe apparire demodé e la riflessione oltremodo oziosa: da una parte, la tesi di Carlo Lavagna, sulla quale si vorrebbe tornare a ragionare, sembra ormai seppellita da una sorta di „pensiero unico? in materia che la considera non più proponibile, vuoi per ragioni strettamente giuridiche (l?assenza in Costituzione di indicazioni riguardo al sistema elettorale), vuoi per ragioni di matrice politologica (l?affermazione della sedicente „Costituzione materiale? che renderebbe irreversibile il processo di „bipolarizzazione? del quadro politico nazionale); dall?altra, anche qualora gli argomenti esposti in questo lavoro risultassero convincenti, essi rimarrebbero quasi sicuramente confinati nel novero delle indicazioni de iure condendo, a causa dei noti problemi riguardanti la (non) giustiziabilità costituzionale delle leggi elettorali.