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IL RAPPORTO TRA CONSIGLIO SUPERIORE DELLA MAGISTRATURA E MINISTRO DELLA GIUSTIZIA: MODELLO COSTITUZIONALE, PRASSI APPLICATIVA E RIFORME LEGISLATIVE

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SOMMARIO: 1. Premessa. – 2. Delineazione delle competenze spettanti al CSM e al Ministro della giustizia nell’attuale contesto normativo: “amministrazione per la giurisdizione” e “amministrazione della giurisdizione” sono ancora le due coordinate identificative dei rapporti tra tali due organi? – 3. Pluralità dei profili di rilevanza del rapporto tra CSM e Ministro della giustizia: 3.1. Gli strumenti di dialogo tra il CSM e gli organi di indirizzo politico – 3.2. Le valutazioni di professionalità dei magistrati. – 3.3.1. Il conferimento degli incarichi direttivi. – 3.3.2. (Segue) L’impugnazione delle delibere di conferimento degli incarichi da parte del Ministro della giustizia innanzi al g.a. – 4. Analisi delle più significative proposte di riforma. − 5. Considerazioni conclusive.

 

1. Premessa

Il rapporto tra Consiglio superiore della magistratura e Ministro della giustizia può essere analizzato da molteplici prospettive, ma quella che sicuramente è in grado di evidenziare le correlazioni profonde che tra gli stessi intercorrono è data dalla relazione tra magistratura (e giustizia in senso lato) e potere politico, della quale i due organi predetti rappresentano il “ponte” ideale che mette in comunicazione le due sponde, il cui “dialogo” appare sempre più difficile.
Una simile analisi richiede, innanzitutto, l’effettuazione di una delimitazione delle rispettive attribuzioni in modo tale da poter rintracciare la cornice entro la quale i due organi de quibus si muovono. Questo percorso risulta, tuttavia, notevolmente accidentato non solo in considerazione della non facile individuazione delle competenze “riservate” all’uno o all’altro, alla luce degli artt. 105 e 110 Cost., ma anche perché coinvolge il difficile “dialogo” sussistente (o che dovrebbe sussistere) tra politica e magistratura.
Il rapporto tra politica e magistratura è, difatti, quello che appare insito di maggiori margini di drasticità e drammaticità rispetto a qualunque altra interazione istituzionale ed è in tale “preoccupante” cornice che deve inserirsi la ricostruzione delle competenze predette.
In un contesto di progressiva delegittimazione della magistratura da parte degli organi politici, l’analisi delle recenti riforme, che hanno interessato ed interessano l’ordinamento giudiziario, subisce delle torsioni, in considerazione del quadro patologico nel quale ci si trova, segnando un allontanamento dal modello costituzionale delineato dall’Assemblea costituente.
Si tenterà, pertanto, dando conto delle maggiori novità legislative che hanno interessato il “tandem” Csm-Ministro della giustizia, e prendendo in particolare considerazione gli istituti che segnano i punti di maggior contatto o dialogo tra i due organi, di individuare gli elementi di “rottura” o di “risanamento” dell’equilibrio costituzionalmente delineato tra politica e magistratura.
 

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