SOMMARIO: 1. Premessa: dalle critiche strumentali alla disciplina regolamentare del 1971... 2. ...ai fattori esogeni ed endogeni di compressione del compromesso parlamentare. 3. Un primo banco di prova della tesi del declino del parlamento nella mancata distinzione tra governo, maggioranza e opposizione: l'organizzazione dei lavori e dei tempi. 4. Segue: l'incompiuta distinzione dei ruoli nel procedimento legislativo, specie in ragione del sistematico (ed incrementale) ricorso alla questione di fiducia. 5. La definitiva perdita dei confini tra governo, maggioranza e opposizione nelle procedure e nei “frutti avvelenati” dei c.d. maxi-emendamenti. 6. Qualche considerazione conclusiva: parlamento e sistema delle fonti assorbiti da un governo senza forma.
1. Premessa: dalle critiche strumentali alla disciplina regolamentare del 1971...
La prevalenza dell'impianto del 1971 nei regolamenti parlamentari, anche dopo le incisive tornate novellistiche degli anni Ottanta e Novanta, di cui abbiamo avuto evocative ricostruzioni negli interventi che mi hanno preceduto, alimenta molto spesso critiche rivolte a sottolineare la matrice eccessivamente gruppocratica (con particolare riferimento ai poteri procedurali attribuiti ai presidenti di gruppo), la prevalenza del principio unanimistico nella programmazione dei lavori e l'incompiuta introduzione di procedure “maggioritarie”. Tutto ciò si rifletterebbe, anzitutto, sull'inidoneità della disciplina regolamentare ad assicurare la (costituzionalmente) corretta distinzione tra governo, maggioranza e opposizione, che costituisce oggetto principale del presente contributo.
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- di: Guido Rivosecchi