SOMMARIO: 1. Introduzione: ambiguità degli istituti nelle trasformazioni della forma di Stato e della forma di governo. 2. Questioni definitorie e delimitazione dell'oggetto di indagine, tra presupposti di diritto positivo e procedimenti di accertamento delle fattispecie. 3. Una possibile chiave di lettura: l'interpretazione e la giustiziabilità degli istituti nelle asimmetrie tra i diversi livelli territoriali di governo. 4. L'equilibrio tra Corte, giudici e Parlamento in regime proporzionale: l'interpretazione “riduttiva” delle cause di ineleggibilità originarie e la loro possibile trasformazione, se sopravvenute, in cause di incompatibilità. 5. L'equilibrio tra giudici e Parlamento diventa precario: le divergenze sulle c.d. ineleggibilità d'affari. 6. Segue: la definitiva rottura tra l'orientamento degli organi giurisdizionali e quello delle Camere sull'ineleggibilità sopravvenuta (e sull'elusione delle norme sull'incompatibilità) per effetto del cumulo del mandato parlamentare con le cariche locali... 7. Segue: ...e sull'ineleggibilità sopravvenuta in caso di condanna definitiva del parlamentare all'interdizione dai pubblici uffici. 8. Considerazioni conclusive: le esigenze di razionalizzazione della disciplina in una prospettiva speculare tra i diversi livelli territoriali di governo, con particolare riferimento alla ricomposizione delle asimmetrie nei procedimenti di accertamento.
1. Introduzione: ambiguità degli istituti nelle trasformazioni della forma di Stato e della forma di governo
La disciplina delle cause di incandidabilità, ineleggibilità ed incompatibilità con i mandati rappresentativi dei diversi livelli territoriali di governo appare tutt’altro che coerente, specie in ragione delle sue molteplici e niente affatto univoche linee evolutive, aggravate da prassi contraddittorie nell'interpretazione e nell'applicazione delle articolate fattispecie previste dal legislatore, nonché nella giustiziabilità degli istituti.